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Procedimenti per l’apposizione delle prescrizioni di tutela
Per il riconoscimento di interesse culturale del bene e, quindi, per l’apposizione delle prescrizioni di tutela la normativa prevede due distinte procedure:
- nel caso di beni di proprietà di regioni, province, comuni, altri enti pubblici e delle persone giuridiche private senza scopi di lucro (art.10 comma 1 del D.Lgs. 42/2004): la procedura della verifica di interesse culturale (art. 12 del D.Lgs. 42/2004)
- nel caso di beni appartenenti ai privati l’apposizione del “vincolo” discende dalla dichiarazione di interesse culturale (art.13).
La Verifica dell’interesse culturale
Con l’entrata in vigore del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio è stata introdotta la norma che prevede l’accertamento specifico dell’interesse storico-artistico del bene.
Nello specifico l’art. 12 prevede che le cose mobili e immobili appartenenti ad enti pubblici e a persone giuridiche private senza scopo di lucro, che:
- risalgano ad oltre cinquant’anni (per i beni mobili) o settanta (nel caso degli immobili)
- siano opera di autore non più vivente,
vengano sottoposte ad un apposito procedimento di verifica, volto ad accertare la sussistenza dell’interesse. In attesa della verifica, tali cose sono in via provvisoria soggette alla disciplina di tutela (tutela de jure).
L’esito della verifica – che è promossa d’ufficio o su richiesta dell’ente proprietario – se positivo, comporta la definitiva sottoposizione del bene alla disciplina di tutela, se negativo, la fuoruscita da detta disciplina.
La Dichiarazione di interesse culturale
L’art. 13 del D. Lgs. 42/2004 usa la dizione “dichiarazione di interesse culturale” per definire la procedura atta a riconoscere, dal punto di vista legislativo e fiscale, la valenza storico culturale di un determinato bene sia mobile che immobile e quindi da sottoporre alle adeguate prescrizioni di tutela.
Il vincolo è finalizzato a definire i criteri in merito alla tutela del patrimonio storico e artistico nazionale. Infatti, è fatto obbligo di conservazione per i beni culturali, i quali non possono essere demoliti o modificati né adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico od artistico senza l’autorizzazione del Ministero. Infatti, la realizzazione di interventi su beni sottoposti al vincolo è sempre subordinata al preventivo rilascio di apposita autorizzazione da parte della competente Soprintendenza territoriale.
Il decreto con il quale si appone il vincolo, pertanto, oltre a riconoscere il particolare interesse culturale insito nel bene, ha una sua fondamentale incidenza sul regime giuridico del bene oggetto del provvedimento (che è sottoposto a delle limitazioni rispetto alla ordinaria disciplina della proprietà privata prevista dal codice civile).