per la città metropolitana di Milano
APERTURE STRAORDINARIE 2022 – L’Abbazia di Chiaravalle – 22.10.2022
APERTURE STRAORDINARIE 2022 – L’Abbazia di Chiaravalle – 22.10.2022

APERTURE STRAORDINARIE 2022 – L’Abbazia di Chiaravalle – 22.10.2022

APERTURE STRAORDINARIE 2022

L’Abbazia di Chiaravalle  a Milano

Nella mattinata di sabato 22 ottobre sarà possibile conoscere gli interventi in corso alla Torre Nolare e visitare l’Abbazia (Via Sant’Arialdo, 102, Milano).

Programma dell’evento 
  • 10.00 -11.00 // Gli interventi di restauro in corso / relatori Prof. Lorenzo Jurina, Politecnico di Milano – arch. Paolo Savio, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano – Impresa // la conferenza si terrà all’interno della Chiesa
  • 11.00 – 13.00 // Visite guidate 

Breve nota storica sul complesso

Il monastero di Chiaravalle fu finanziato dal popolo milanese, attraverso donazioni, ed in particolare dalle nobili famiglie dei Torriani e degli Archinto, come dimostra l’emblema di famiglia collocato sul transetto sinistro della chiesa.
Chiaravalle ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, politico ed economico della Milano del periodo. I cistercensi ebbero anche un ruolo determinante per la costruzione della nuova immagine di Milano, quale centro di una cultura funzionale che veniva tracciata nel periodo e che poi sarà tipica dell’area lombardo – milanese. Il monastero appare insolitamente ricco sia nell’arte che nell’architettura, nonostante quanto previsto dai canoni di San Bernardo, sostenuto nell’evolvere del tempo da una committenza molto colta e aggiornata che, nei secoli, ha introdotto modifiche significative, una tra tutte la Ciribiciaccola (Torre Nolare).
L’ingresso al complesso monastico avviene attraverso una torre cinquecentesca, costruita per volere del cardinale Giuliano della Rovere (fu Papa Giulio II), a fianco del quale sorge l’oratorio dedicato a San Bernardo. Originariamente, della Rovere volle un fossato tutto attorno al monastero, circondato anche da una cinta muraria. Di tale cinta rimangono attualmente solo due piccoli resti ai lati della torre di ingresso, mentre non vi è più traccia dell’antico fossato. Di fronte all’ingresso del complesso si apre un percorso che si allarga gradualmente avvicinandosi alla chiesa, offrendo una prospettiva visiva sulla facciata principale. La facciata della chiesa è stata rimaneggiata nel seicento con un intervento di modifica in stile barocco, per poi essere parzialmente riportata con intervento di restauro nel 1926 al progetto originario. Il nartece rimane invece seicentesco e si presenta con forma a capanna, con la cornice sorretta da piccoli archetti in cotto. La pietra bianca che lo compone è fortemente in contrasto con il resto della facciata in laterizio, com’era nel progetto originale.

La chiesa ha pianta a croce latina ed è disposta su tre navate con volta a crociera, sostenute da otto pilastri tozzi. L’edificio è di notevoli proporzioni: la lunghezza massima dal portico d’ingresso al fondo del presbiterio è di 80 metri, la larghezza del corpo principale è di 23 metri, l’estensione del transetto è di 35 metri. La struttura è riconducibile ad un precoce stile lombardo – gotico. Il corpo principale è formato da quattro campate, mentre una quinta più piccola forma il presbiterio. Tre sono le navate, la centrale larga quasi il doppio di ognuna di quelle laterali ed assai più alta delle stesse, con volte a crociera cordonate di pianta rettangolare quasi quadrate sorrette da grossi piloni cilindrici, scompartite da archi maggiori e minori.

Il chiostro duecentesco è quadrato e rappresenta il cuore nascosto del complesso, attorno a cui sono presenti tutti i luoghi della vita monastica: per un lato il chiostro aderisce al fianco sud della chiesa, sul lato est si trovano la sagrestia, il dormitorio e la sala capitolare, su quello sud il refettorio e la cucina e a ovest gli ambienti destinati ai conversi. Del chiostro originale rimane soltanto il lato settentrionale, mentre tutti gli altri sono stati restaurati di recente. Quello che oggi rimane è il chiostro piccolo. Infatti, verso la fine del 1400 si edificò il grande chiostro, attribuito al Bramante per la grande somiglianza con il contemporaneo chiostro di Sant’Ambrogio a Milano, rimasto incompiuto. Il chiostro venne poi distrutto ed abbattuto nel 1861 per permettere il passaggio della linea ferroviaria Milano-Genova, dietro l’abside.

La Torre Nolare nota come Ciribiciaccola, fu costruita attorno al 1329 e attribuita a Francesco Pecorari di Cremona. La torre infatti rassomiglia molto a quella del campanile di San Gottardo in corso a Milano e al torrazzo di Cremona. La torre sale dal tiburio, ad una altezza di 9 metri con due sezioni di forma ottagonale (di 4,2 metri la prima e di 12,2 metri la seconda), da cui parte la sezione conica terminale alta, fino alla croce superiore, 56,2 metri. Oltre al tiburio, che presenta già un primo ordine di archetti pensili, ogni zona ottagonale è divisa in due parti caratterizzate anch’esse da archetti pensili di varie forme lungo tutto il perimetro, con cornici lavorate. Le bifore, le trifore e le quadrifore sono realizzate in marmo di Candoglia e le monofore sono in cotto. La cella campanaria contiene la campana azionata ancora oggi manualmente dai monaci. La torre scarica il peso su tutte le strutture sottostanti della chiesa, che sono state rinforzate e modificate per sorreggere l’imponente struttura. Molto modificata nel corso del XVIII secolo, la Torre Nolare è stata consolidata e riportata alle forme trecentesche nei primi decenni del Novecento.

L’intervento in corso alla Torre Nolare

Gli interventi attualmente in corso sono stati finanziati dal MiC con 450.000€ nel 2018 (D.M. 19/02/2018 in base alla Legge di bilancio n. 232/2016, art. 1 comma 140, lettera h) prevenzione del rischio sismico) e poi con un ulteriore contributo di 200.000€ nel 2020 (D.M. 21/12/2020).

Gli interventi principali, su progetto del Prof. Ing. Lorenzo Jurina, riguardano il consolidamento statico della Torre mediante l’inserimento all’interno di essa di un sistema di tiranti (trefoli) incrociati e ancorati a piastre metalliche fissate alle murature ai diversi livelli, a formare una maglia tridimensionale, minimamente invasiva e impercettibile all’esterno. Tale sistema conferisce alla Torre una migliore resistenza agli sforzi orizzontali (sisma, vento, ecc.). In più sono previsti interventi di restauro del paramento esterno in laterizio e pietra.

 

Per informazioni 
Segreteria organizzativa
Tel. +39.02.86313.203
sabap-mi.eventi@cultura.gov.itL’

QUANDO

sabato 22 ottobre
10.00 -13.00

DOVE

Via Sant’Arialdo, 102, Milano

PRENOTAZIONI 


La prenotazione è obbligatoria

Dopo la registrazione riceverà una email di conferma, in caso contrario scrivere a sabap-mi.eventi@cultura.gov.it